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Pellicole e camera oscura/carta-chimica

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PELLICOLE E CAMERA OSCURA


Sabatini storicamente ha sempre distribuito e rivenduto tutto l’occorrente per allestire e mantenere la camera oscura, sia a livello amatoriale che professionale.

Fra tutti i prodotti legati a questo settore la carta sensibile o chimica ha un ruolo di spicco. La carta sensibile veniva prodotta da aziende storiche della fotografia. Purtroppo con l’avvento digitale c’è stato un riassetto e una selezione di marchi. Agfa, Ferrania, Ilford e Kodak erano i brands più importanti sia per la qualità che per i volumi di vendita. Oggi la scelta si è ridimensionata. Di quelle aziende citate rimane solo Ilford alla quale si affiancano anche altre case con dei cataloghi più modesti che hanno sede nei paesi dell’est Europa e in Germania. Ad esempio Rollei, Foma, Bergger sono alcuni nomi.

Ilford Photo invece che appartiene al gruppo Harman Kardon risiede in Inghilterra. Le varie tipologie di carta differiscono per il formato e per il tipo di superficie.

Tutorial sullo sviluppo della pellicola in bianco e nero Sabatini


CARTA CHIMICA


I formati più diffusi sono il 10×15, 13×18, 18×24, 24×30 e 30×40. Naturalmente esistono formati maggiori ma di solito vengono usati dai laboratori professionali. Per ciò che concerne le superficie le più diffuse sono lucida/glossy, matt/semimatt, perla/pearl. Un’altra importante distinzione è quella che tiene conto della struttura della carta, cioè da i componenti che vengono usti nella produzione. In sostanza abbiamo le carte RC (Resin coated) o politenate e le più prestigiose carte Baritate. Nella carta politenata o RC l’emulsione è stesa sopra uno strato di polietilene (plastica) calandrata a caldo sopra la carta (cellulosa). Nella carta baritata invece l’emulsione è stesa sopra uno strato di solfato di bario. Queste diverse caratteristiche influenzano la qualità finale delle stampe fotografiche. Abbiamo pro e contro per entrambe le tipologie. La carta politenata ha il vantaggio di avere dei tempi molto brevi di asciugatura e ottenere stampe sempre perfettamente piane. La carta baritata per contro assorbe molta acqua e quindi i tempi di asciugatura si allungano molto. Inoltre asciugandosi la carta si ondula e quindi va tenuta sotto dei pesi per renderla piatta. Nel passato c’era la consuetudine di “smaltare” le stampre utilizzando appunto la smaltatrice che era un apparecchio che attraverso un panno caldo appoggiato sulla stampa smaltava la carta baritata rendendola più brillante, piana e vellutata. L’effetto qualitativo della baritata è senza dubbio la migliore rende la stampa decisamente più preziosa e più ricca di dettagli e di tonalità. Più difficile da usare in camera oscura, richiede pertanto molta esperienza e tempi di sviluppo molto lunghi.

Per concludere il consiglio che Sabatini dà ai suoi clienti è quello di dire che conviene usare la carta politenata per chi sta imparando e vuole fare in fretta, mentre per chi vuole cimentarsi in camera oscura o vuole ottenere dal proprio laboratorio di fiducia una alta qualità conviene usare la carta baritata. Per ultimo ma non perché meno importante, va segnalato che la resa finale dipende anche dai prodotti chimici che vengono utilizzati, in particolare lo sviluppo (developer) dei quali esistono molte tipologie di marchi differenti.

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